Qualche anno fa esplose quello che venne definito lo “scandalo Consip”. A pagarne le conseguenze fu l’imprenditore partenopeo Alfredo Romeo, accusato di corruzione e turbativa d’asta. Romeo venne posto agli arresti e la gara Consip, da lui aggiudicata, venne annullata, causando un danno di milioni di euro per lui, la sua azienda e il suo gruppo.
Il Consorzio Romeo, vincitore della gara, comprendeva aziende operative consorziate, incaricate dell’esecuzione dei lavori, con centinaia di dipendenti coinvolti. Col senno di poi, si è compreso che tutta la confusione, per usare un eufemismo, era basata su nulla. Tuttavia, all’epoca, Consip, nel pieno della bagarre, decise di annullare cautelativamente la gara, infliggendo un danno enorme non solo a Romeo ma anche al consorzio e alle aziende associate, che avevano investito anni di lavoro e denaro.
Oggi sorge spontanea una domanda: chi risarcirà le aziende del Consorzio Romeo? Chi restituirà all’imprenditore partenopeo il tempo trascorso in detenzione?
A onor del vero, osservando Alfredo Romeo dall’esterno, si nota come abbia affrontato questa triste e ingiusta vicenda con una signorilità e un’eleganza tipicamente partenopee che gli appartengono. Tuttavia, le aziende consorziate hanno perso commesse importanti su cui avevano puntato il proprio futuro. E oggi assistiamo a un ribaltamento di ruoli: gli accusatori diventano gli accusati.
Dott. Giuseppe Deiana