Rievocare o sentire Romano Prodi rivendicare la paternità di averci portato in Europa mi fa trasalire. Questo ha significato il più grande errore di sempre. Ha generato la diminuzione del potere d’acquisto al 50%. Ha distrutto completamente le fasce sociali inferiori. Ha dato una forte spallata a quelle intermedie. Intere vie di Roma, in zone prima molto commerciali e popolose, sono rimaste deserte, o quantomeno prive di negozi di media qualità. Non parliamo dei brand di alto livello, che, sebbene possano aver visto un calo locale di fatturato, si mantengono e si rifanno sulle categorie sociali che non ne hanno risentito, o quantomeno non se ne accorgono, e sul turismo internazionale. Ma numerosi commercianti di intere vie di Roma, come via Appia, Tuscolana, Tiburtina, Casilina, Prenestina, ad esempio, hanno visto chiudere negozi storici a scapito di nuove catene. Brand più popolari e quindi più accessibili alla massa. Bisogna andare in centro? Sì, ma dove? Anche lì, famosi negozi di abbigliamento come Osvaldo Testa o Davide Cenci si sono ridimensionati, accorpando il primo su un unico negozio a Roma, ai Parioli, o restringendo l’offerta del secondo a Roma e Milano. I centri commerciali spopolano con marchi popolari come Tezenis, Zara, Intimissimi e altri, che propongono prodotti di bassa qualità e consumo di massa, cercando nella quantità il proprio break even economico. Gli stessi che avevano già indebolito il tessuto commerciale nostrano, aprendo numerosi punti vendita in tutti i centri commerciali della capitale e non solo. Assistiamo a un cambiamento sociale ma anche a un ridimensionamento. Anche nel campo della vendita alimentare è così: i supermercati più in voga sono obbligatoriamente i discount, dove si cerca di contenere i costi a favore della quantità. Perché ci sono intere famiglie, anche con due o più figli, i veri eroi dei nostri tempi, che devono fare quadrare il budget familiare. I ristoranti chiudono. Anche quelli come Ottavio a Roma, che non riescono più a contenere i costi e, per non perdere qualità a favore del prezzo, operano una scelta sofferta. Il ristorante più in voga è la mensa della Caritas. Chi ne ha guadagnato invece sono le popolazioni orientali, talvolta indiane, asiatiche, soprattutto cinesi. La comunità cinese di Piazza Vittorio a Roma, con la sua vendita di piccoli oggetti a un euro, arricchisce i propri forzieri e quelli delle banche. Bisogna operare delle scelte. Lavorare di più, lavorare sia padre che madre, a scapito della vita familiare e della stessa qualità di vita. Io convocherei Romano Prodi in Parlamento, dove farei alzare il ragionier Fantozzi di turno ed esprimere un concetto semplice ma chiaro: l’Europa è per noi; entrare in Europa è stata la nostra corazzata Potëmkin.
Dottore Giuseppe Deiana