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Il merdoledì si presenta con quella tipica gnagnerella di maggio, simpatica come la sabbia nelle lenzuola ed insistente come un venditore di aglio a Val Melaina. Noi a Roma viviamo la pioggia come una specie di affronto, una cattiveria senza senso, immotivata ed ingiustificabile: non solo tutto questo, pure la pioggia? Ma allora ce l’hai con noi, ammettilo, che ti abbiamo fatto? Inoltre, per noi proprietari di amici a 4 zampe, portare fuori il cane quando piove è un’esperienza che può farti sembrare gradevole persino la sabbia nelle lenzuola, che almeno non puzza come il cane bagnato.

Come ogni mattina controllo con waze il percorso migliore per arrivare in ufficio e secondo la famosa teoria di Leibniz il migliore di percorsi possibili mi dice che partendo subito, alle 8:00 arriverò a destinazione alle 9:20 un’ora e venti minuti dopo. In quel tempo potrei arrivare a l’Aquila, fermandomi anche a prendere un caffè in autogrill. Per dare un’idea, qualcuno arriverebbe da Verona a Trento, qualcun altro da Bari a Taranto e potrei continuare.

E così lancio il cuore oltre l’ostacolo e decido di andare con i mezzi. Lo so, prendere la metro può far sembrare gradevole anche il cane sotto l’acqua e la puzza e su per giù la stessa, ma almeno possiamo pensare di contribuire alla diminuzione dello smog e poi arriverò in ufficio prima. Sulla questione ecologica mi resterà il dubbio, su quella oraria posso certificare di aver timbrato alle 9:25. In treno avrei fatto prima ad arrivare a Napoli, con lo stesso tempo sarei arrivato a Firenze.

Ma in fondo, volete mettere che esperienza? Aspettare 18 minuti la metropolitana – che a quel punto, considerate le condizioni metereologiche, è diventata un ologramma dell’Arca di Noè – ti fa scorrere il tempo in maniera alternativa, facendoti riconsiderare anche le attese telefoniche per prenotare un appuntamento alla Asl. Però in fondo c’è ancora il viaggio di ritorno stasera, chissà magari nell’attesa potrebbero organizzare dei corsi di ballo.

 

Romolo Giacani