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Solo il silenzio potrebbe esprimere un periodo incomprensibile, ammaliati dai nostri cellulari, condannati a servire il nostro ego, l’apparenza supera la realtà e l’effetto si concretizza in un mondo disposto ad accettare gesti irrazionali frutto di una generazione senza obiettivi, senza valori, abituata all’edonismo del momento e condannata alla superficialità.

Si cresce col mito dello sport e si ignora l’esistenza dell’arte della scienza della medicina dell’altruismo.
Un mondo che discute di pietà umana nelle aule del tribunale, che ruba il futuro alle nuove generazioni per incapacità tecnica.
Non si progetta più il futuro, non c’è tempo, siamo troppo presi a curare i mali del passato e del presente.
Festeggiamo la Repubblica Italiana, quanta storia per l’Italia unita.
La stessa Italia che oggi si vorrebbe lottizzare dimenticandosi che la nostra vera ricchezza è la diversità.
Un grande popolo che non ha mai voltato le spalle a chi soffre, non ha mai abbandonato gli ultimi ed ha sempre avuto una carezza pietosa e santa per chi ha sbagliato.
Perché tutti possono sbagliare.
Il silenzio assordante in questa giornata di colori in cielo ed in terra, di post, cellulari, foto, pseudoarticoli brandizzati e di sterilità ideologica, avvolge la storia di un’Italia che attende con la bellezza maestosa della sua arte e cultura il vento che farà sventolare nuovamente l’orgoglio di un popolo eterno.

La redazione