Entrai nella CISL nel lontano 1977 vi sono rimasto per 40 anni, alla luce degli accadimenti di questi giorni l’assemblea della CISL e il cambio della guardia tra Sbarra e l Fumarola con il dissidio aspro tra le Organizzazioni sindacali classiche non posso non ricordare il decreto-legge di San Valentino, con cui il 14 febbraio 1984 il primo governo a guida socialista della Repubblica guidato da Bettino Craxi, tagliò la scala mobile per combattere l’inflazione a due cifre, che erodeva salari, pensioni e risparmi.
La scala mobile,era stata introdotta nel 1945 da un accordo interconfederale tra l’allora Cgil unitaria (CISL e UIL nacquero successivamente) e Confindustria, era un meccanismo di adeguamento delle retribuzioni all’inflazione, attraverso i punti di contingenza legati ad un paniere di beni a cui si faceva riferimento, come indice dei prezzi.
Nel 1975, sull’onda della spinta rivendicativa e del forte potere sindacale conquistato con il ciclo di lotte nato nel 1969 con l’”Autunno caldo”, (che portò allo statuto dei Lavoratori), venne siglato un nuovo accordo, da Gianni Agnelli alla guida di Confindustria e Luciano Lama alla testa della Cgil (ma in realtà, dalla spinta di tre giganti del sindacalismo che guidavano la Federazione unitaria dei metalmeccanici Bruno Trentin, Pierre Carniti e Giorgio Benvenuto e l’associazione degli industriali italiani, con il punto di contingenza che aumentava trimestralmente identico per tutti i lavoratori, quale simbolo delle politiche sindacali egualitarie del tempo.
Erano gli anni di un forte conflitto sociale, in cui esso assumeva la funzione di strumento di trasformazione sociale nel rispetto dell’assetto democratico voluto dalla Costituzione repubblicana.
In quel famoso 14 febbraio 1984 prevalse il “NIET” del Partito comunista di Berlinguer al leader della Cgil Lama, che l’accordo voleva sottoscrivere unitariamente con le altre confederazioni, quella rottura ebbe conseguenze storiche sull’economia italiana, sulle relazioni sindacali e sul sistema politico.
La legge però entrerà in vigore e poco più tardi terminerà l’esperienza dell’unità sindacale e della Federazione unitaria, con mio grande dispiacere perché avevo un incarico in quelle che furono definite Zone Unitarie con direzione unitarie composte da tre per organizzazione sindacale.
Ezio Tarantelli,poi, teorizzò la predeterminazione dell’inflazione, per correlare i salari con l’aumento di prezzi e tariffe, Tarantelli, credeva nella politica dei redditi e nella concertazione tra istituzioni e parti sociali, ma pagò il suo impegno teorico con la vita, fu trucidato dalle Brigate Rosse il 27 marzo 1985, tre mesi prima del referendum sulla scala mobile del 9 e 10 giugno 1985 per l’abrogazione del provvedimento del governo.
Poi vennero gli accordi del 1992 e del 1993 che abolirono la scala mobile, in un contesto politico diverso, siamo alla c.d. “Tangentopoli”, con una grave crisi della finanza pubblica, realizzati con il governo di Giuliano Amato prima e quello di Carlo Azeglio Ciampi dopo, vennero pensati esclusivamente in una logica di diminuzione dell’inflazione, senza meccanismi compensativi in presenza di un suo incremento.
Oggi la contrattazione collettiva non riesce a recuperare la perdita del potere d’acquisto del mondo del lavoro italiano, a causa della forte debolezza dei sindacati “storici” ma soprattutto per le loro divisioni.
A 40 anni dal “Decreto di San Valentino”, forse l’ introduzione del salario minimo non sarebbe la panacea del lavoro povero ma potrebbe costituire un provvedimento per contrastare parzialmente l’impoverimento dei redditi da lavoro.
Un abbassamento dei toni, un rispetto di tutte le organizzazioni sindacali, come in politica i partiti politici non sono più quelli che scrissero la costituzione ed hanno voci anche partiti dello 0,1% così sia anche per le Organizzazioni Sindacali.
La grande rottura si consumò con l’accordo separato del 14 febbraio, oggi vedere “sbertucciare”, dal presidente del consiglio, un’organizzazione sindacale, ma soprattutto alle battute del presidente del consiglio far seguire applausi scroscianti devo dire che a me personalmente hanno fatto male ma penso ancor di più alle organizzazioni sindacali e soprattutto a chi lavora gomito a gomito nei posti di lavoro.
Alfredo Magnifico