Gli ultimi dati Istat riportano che lo scorso febbraio si sono registrati 47000 occupati in più in un mese, oltre mezzo milione in un anno (+567 mila), toccando il nuovo record di 24,332 milioni.
In un momento di grande incertezza economica, nazionale e internazionale, i contratti a tempo indeterminato, che finora hanno guidato la crescita del mercato, subiscono un rallentamento.
A crescere, in un mese, sono unicamente i lavoratori autonomi, con 34 mila unità in più, su 47000, seguiti a distanza dai contratti a termine, novemila in più in un mese. I contratti stabili, invece, sono solo tremila in più.
Al ministero delle Imprese, ci sono aperti oltre 40 tavoli di crisi, nella frenata dei contratti a tempo indeterminato di febbraio può aver giocato un ruolo l’effetto cassa integrazione in aumento nell’industria, infatti i lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali per più di tre mesi non sono conteggiati tra gli occupati.
A febbraio nell’industria tra gli uomini gli occupati sono diminuiti sono 37mila le unità in meno, mentre cresce, e non poco, la componente femminile, con 84mila occupate in più, quante di queste nuove occupate siano vere autonome o dipendenti mascherati da partite Iva, non è riportato.
Continuano a guidare la crescita i contratti stabili, in un anno sono 538 mila in più, a fronte di un calo di 112 mila unità tra quelli a termine e di una crescita di 141 mila tra gli autonomi.
C’è un calo del numero di disoccupati, sia tra le donne sia per gli uomini, per le donne si registra una diminuzione delle inattive (-46mila), mentre tra gli uomini si contano ben 79000 inattivi in più. (inattivo è chi il lavoro non ce l’ha e non lo cerca)
Se si guarda agli ultimi tre mesi, si vede che gli occupati tra gli uomini crescono quasi tre volte in più delle donne: +144.000 contro +55.000, mentre, su base annua l’occupazione femminile cresce a un ritmo che è quasi il doppio (+3,1%) di quella maschile (+1,8%),a febbraio sono cresciute tutte le fasce d’età tranne quella di ingresso al lavoro dei 25-34enni, che registra un calo preoccupante di quarantaduemila occupati, a causa della guerra Ucraina e dei dazi in arrivo dagli Stati Uniti.
La maggioranza è degli over 50 con +54mila occupati, in un anno, i lavoratori più anziani sono aumentati di oltre mezzo milione (+542 mila), i più giovani fino a 24 anni di sole 52mila unità, mentre tra i 25 e i 34 anni si contano addirittura 10.000 occupati in meno.
La nuova composizione del mercato, conta il calo demografico e la maggiore permanenza al lavoro dei più anziani, non sono i giovani a prevalere nelle assunzioni, in un anno gli assunti under 35 sono aumentati dello 0,4%, con una crescita dell’1,7% degli inattivi, mentre gli over 50 registrano una crescita degli occupati del 4%, con un calo del 5,6% di inattivi.
Il tasso di occupazione sale al 63%, quello di disoccupazione scende al 5,9%, resta il grande problema degli inattivi, con il tasso di inattività che sale al 32,9%, significa che un terzo della forza lavoro non ha un’occupazione e ha smesso anche di cercarla, una massa di oltre 12,2 milioni di individui, di cui oltre la metà donne e tanti giovani, la ricaduta sulla crescita del Paese è enorme.
Alfredo Magnifico