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A Palazzo Chigi oggi previsto il vertice con i leader di Cgil, Cisl e Uil, e ci sarà anche la sigla di destra dell’Ugl.

Temi all’ordine del giorno: Sostegno ai redditi di dipendenti e pensionati, maggiore flessibilità in uscita verso la pensione, lotta alla precarietà, riduzione del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori e una politica industriale che non si limiti ad affrontare l’emergenza.

La presenza dell’UGL, sigla amica, da cui proviene anche Claudio Durigon, il sottosegretario leghista al ministero del Lavoro.

Giorgia Meloni punta a disinnescare il conflitto sociale, ma il vero obiettivo sarebbe quello di rompere l’unità sindacale per isolare la Cgil, a  Venerdì appuntamento con le associazioni imprenditoriali.

Sindacati e imprese alzano i toni nei confronti del governo, finora più impegnato alla libera circolazione del contante e fermare gli sbarchi delle ong sulle coste italiane e non i rincari delle bollette.

Le parti sociali chiedono interventi forti per i lavoratori, riforme e investimenti più che bonus o misure spot. con un «taglio shock» da 16 miliardi del cuneo fiscale, in vista della legge di bilancio per il 2023.

Obiettivo della Presidente è portare in parlamento a dicembre una legge di bilancio senza l’ostilità dichiarata dei sindacati, anche solo con il consenso  di tre sindacati su quattro, visto che la Cgil ha già mostrato i denti con una marcata minaccia di mobilitazione.

I contrasti in seno alla maggioranza sulle questioni economiche tra Fratelli d’Italia e Lega non aiutano; le emergenze legate alla super inflazione al 11,9%, al caro bollette, al lavoro povero con salari bassi e oltre 500 contratti nazionali da rinnovare per 6 milioni di lavoratori rendono l’incontro di oggi un crocevia.

I sindacati si aspettano interventi strutturali a sostegno di lavoratori e pensionati per alzare il potere d’acquisto falcidiato dai rincari, una riforma del fisco, non la Flat tax proposta da Salvini e Meloni.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil attacca e mette il dito nella piaga: «Il tema fondamentale è come combattere l’evasione da 120 miliardi e trovare le risorse per aumentare le buste paga con un intervento sugli extraprofitti ma questo governo pensa ad alzare la soglia del contante a 10mila euro in un Paese in cui 6 milioni di lavoratori non arrivano a 10mila euro lordi all’anno. Veramente un pessimo inizio».

Venerdì 11 novembre, Meloni ha dato appuntamento anche a 22 sigle di associazioni imprenditoriali, forse per mettere all’angolo i malumori che arrivano da Confindustria, Carlo Bonomi torna a chiedere di abbattere il cuneo fiscale troppo alto. Serve un «taglio shock», ripete. «Da 16 miliardi, ovvero cinque punti in meno, due terzi a favore del lavoratore e un terzo delle imprese, 1.200 euro all’anno in più strutturali in tasca ai dipendenti».

La spending review, i risparmi di spesa previsti dal governo, «di 4 miliardi in tre anni non basta: ci vuole più coraggio». Il taglio da 16 miliardi era la stessa richiesta portata a luglio da Bonomi sul tavolo di Draghi, all’epoca respinta per l’entità. Alla fine un taglio c’è stato, di due punti per i dipendenti fino a 35mila euro. Ma lo sconto che finisce il 31 dicembre. Per rinnovarlo servono 3,5 miliardi: il minimo che le parti sociali si aspettano dal governo Meloni.

Non sarà facile in una manovra che si annuncia da 30 miliardi, con 21 in deficit e 9 coperti da tagli tutti da individuare.

Sul Reddito di cittadinanza, promessa che non sarà toccato per chi non può lavorare, invece chi è nelle condizioni di lavorare percorsi di riqualificazione per “la giusta collocazione”,potenziando il fronte delle politiche attive e rendendo “effettivo” l’incrocio tra domanda e offerta.

1.500 i navigator, nati con il Reddito di Cittadinanza per aiutare i beneficiari a trovare un’occupazione, ora si trovano senza un contratto.

Sarà come sempre un tè che andrà di traverso alla povera gente o scoppieranno le contraddizioni tra i tre sindacalisti e la CGIL con Conte farà emergere quell’amore passionale che da un po di tempo si va sempre più a mettere alla luce del sole con il tentare di riportare la gente in piazza?

Come mai il Presidente Meloni non ha convocato tutte le sigle sindacali per accaparrarsi un placet che potrebbe tornargli utile al fine di contenere lo scontento?

Alfredo Magnifico

Segretario Generale

Confintesa Smart