Abbiamo incontrato Enzo di Rosa, leader di “Chi è il padrone? La marca del Consumatore”, un ingresso nel mercato con un solo prodotto, la pasta, che man mano che veniva acquistato e consumato aggiungeva consumatori a consumatori, poi un secondo prodotto, la passata di pomodoro ed un terzo, le uova. Un’etichetta che vanta, su tutti i prodotti, la giusta remunerazione dei produttori, il che fa pensare ad un prodotto di nicchia, più costoso di altri, poi quel Chi è il padrone? Quasi a rendere indefinita la proprietà. Ma sentiamo direttamente dalla sua voce quale la filosofia che guida questa iniziativa che coinvolge centinaia di migliaia di persone. Ma soprattutto che promette di essere così diversa da tutti gli altri. Più che un’intervista, un fiume in piena…..
Redazione – Di Rosa, perché pensa che un consumatore debba scegliere il suo prodotto, solo perché è la marca del consumatore?
Enzo Di Rosa – “Ognuno di noi è parte della soluzione.
Ogni volta che facciamo la spesa e mettiamo un prodotto nel carrello decidiamo in che mondo vogliamo vivere. Il prezzo è giusto?
No se non copre costo tutela salute e ambiente i cui mali ci tornano addosso e non crea lavoro degno (garanzia dignità del nostro lavoro). Il rischio è che l’effimero risparmio, l’illusione dell’affare “il prezzo basso”, lo paghi l’anello commercialmente più debole: i produttori. Quando ci si perde, disorientati, tra le corsie di un supermercato, soli e di fretta, spesso ci si dimentica che dietro a quelle merci, a quelle pubblicità, a quegli scaffali ci sono persone, storie, terre e risorse. Si compra senza sapere e senza riflettere sulle conseguenze di quel gesto. Una spesa differente, invece, ci permette di vedere cosa c’è dietro un prodotto: i produttori, le scelte di produzione e le origini dei prodotti, la tutela dell’ambiente, della salute e i diritti dei lavoratori.
Pensate a quanto rivoluzionaria possa essere una sola, semplice azione: scegliere di acquistare o non acquistare una merce può smuovere interessi che pensiamo ci sovrastino e sui quali crediamo di non avere «presa». E scopriamo che ogni volta che decidiamo cosa e come comprare possiamo veramente cambiare le regole del gioco. È un potere immenso, superiore a qualsiasi forma di voto o di protesta è il #votocolportafoglio. Dobbiamo solo rendercene conto, dobbiamo comprendere il significato politico, civico ed etico che c’è nell’essere consumatori consapevoli. Consapevoli della forza delle nostre azioni e coscienti di essere in tanti. Fare una spesa consapevole e responsabile significa dare un nuovo valore ai propri gesti e un peso diverso ai propri soldi.
Se aggiungiamo qualche centesimo in più in una confezione per remunerare il #giustoprezzo ai produttori, non stiamo facendo una donazione, ma stiamo consentendo ai produttori di fare dei prodotti più sani e buoni, che tutelano l’ambiente, la salute e i diritti dei lavoratori. “Chi è il padrone? La marca del consumatore.”. è soprattutto un marchio #collettivo creato in piena #trasparenza dai #consumatori. Tutto è nel collettivo, tutto deve essere deciso #insieme.
Chiunque può partecipare alla creazione dei prodotti e partecipare al questionario sul sito di “Chi è il padrone?!” e decidere le caratteristiche dei prodotti, l’origine, il metodo di coltivazione e allevamento, il tipo di confezione, il giusto prezzo per i produttori e il prezzo finale di vendita consigliato. Non esiste una politica generale, conta solo il voto collettivo. Il nostro ruolo è spiegare tutte le conseguenze delle scelte.
Chi lo desidera (con € 2) può anche diventare socio. Ai soci, infatti, sono riservate tutte le attività di verifiche dal campo alla distribuzione”
Come si può pensarla in modo diverso dal suo?
Noi tutti consumatori non dobbiamo far altro, quando acquistiamo un prodotto, che pensare se il prezzo che stiamo pagando è davvero giusto, in quel prezzo non deve esserci lavoro minorile, lavoro nero, non deve favorire la clandestinità, il ciclo produttivo deve aver rispettato l’ambiente e non favorito il già tanto cambiamento climatico, deve aver dato a chi l’ha prodotto la giusta remunerazione affinché la sua vita e quella della sua famiglia sia dignitosa, gli scarti di lavorazione devono essere idonei al riciclo o biodegradabili, deve avere un ciclo di risparmio dell’acqua, usare l’energia delle rinnovabili, ecc. Mentre tutto questo quando grava sulla fiscalità generale pesa miliardi e il singolo cittadino non se ne accorge salvo lamentarsi delle tasse troppo alte, quando il singolo cittadino si trova davanti alla scelta d’acquisto basterebbe chiedersi se il prezzo è davvero giusto, spendere qualche centesimo in più e così combattere le storture del mercato portando in tavola cibi sani fa la differenza e fa risparmiare miliardi alla collettività. Fa la cosa giusta!
Non è forse la nostra salute il bene più grande che si possa avere?
Redazione Paese Sera
Enzo Di Rosa – fondatore della Marca del Consumatore