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Dopo lo stallo dovuto al Covid, il mercato si è rimesso in movimento ed offre molte più opportunità di lavoro, le figure più richieste sono quelle più qualificate, e non solo, anche chi cerca lavoro pone esigenze prioritarie quali; flessibilità e welfare.

Dopo il congelamento dovuto alla pandemia, il mercato del lavoro italiano, dal 2021, ha virato verso un trend positivo, in concomitanza con il rimbalzo della crescita economica.

A marzo 2022, i lavoratori sono tornati ai livelli pre-Covid, anche se detta legge il tempo determinato e il part-time, ma nel frattempo il mondo del lavoro è cambiato, tra smart working e aumento delle dimissioni volontarie, si registra un nuovo dinamismo.

Assistiamo a un aumento del turnover e della transizione da un posto di lavoro all’altro, anche in ragione del fatto che, in questo momento il mercato del lavoro è molto dinamico e offre parecchie opportunità.

La domanda da parte delle aziende si concentra in particolare su determinati profili, soprattutto tecnici, ingegneri e “data scientist”, che sono sempre molto richiesti, anche se le aziende  faticano a trovare queste figure, perché permane quella mancata corrispondenza (mismatch) tra le competenze esistenti e le posizioni richieste dal mercato.

Secondo il rapporto Global Talent Trends, il 72% delle grandi aziende e multinazionali in Italia prevede oggi un ricambio di personale. Tanto che, più che di Grandi dimissioni “Great Resignation”, si comincia a parlare oggi di “Great Reshuffle”, ovvero di “grande rimescolamento”.

Le dimissioni non sono dovute tanto alla scelta di rinunciare al lavoro, quanto al desiderio di cambiare posto di lavoro.

Una specie di “Great Aspiration”, alla ricerca di condizioni di migliori. Non tanto in termini di stipendio e stabilità contrattuale, quanto di flessibilità e welfare, mentre precedentemente le priorità erano stipendio e tipologia di contratto, oggi questi fattori passano in sordina e chi si presenta ai colloqui le domande che i candidati pongono è quale sia la politica di smart working, di  flessibilità e il caring verso i dipendenti, insieme a una forte identità valoriale, rendono le aziende più attrattive.

Il wellbeing in generale, fatto non solo di flessibilità nell’orario e luogo di lavoro, ma anche di benefit dedicati e progetti di supporto e sostegno ai collaboratori, è diventato uno dei principali requisiti nella scelta della realtà per cui lavorare, se queste nuove priorità riguardano tutte le generazioni, i giovani in particolare sono molto attenti alla sostenibilità ambientale e sociale dell’azienda, ai valori e alle azioni messe in campo per attuarli concretamente.

Un nuovo mercato del lavoro in cui i candidati sembrano avere più chance. Anche perché, con il boom del remote working, non è più necessario scegliere tra le aziende più vicine al luogo in cui si vive. In questo modo le opzioni a disposizione aumentano.

Le figure più qualificate oggi possono permettersi di scegliere tra diverse opportunità, a trainare il mercato è anche una fetta di professioni meno qualificate, che operano all’interno dei settori esplosi a seguito della pandemia, come la logistica e i servizi alla persona.

E le aziende, a loro volta, dovranno essere in grado di competere e rendersi attrattive per i migliori professionisti, ponendo una maggiore attenzione sui nuovi bisogni dei lavoratori.

In questo senso ci sarà un divario sempre più consistente tra aziende moderne e innovative, che sapranno creare le condizioni per attrarre i migliori talenti, e aziende che, invece, non avranno la capacità di evolversi, quello che si sta vivendo è un momento storico cruciale in cui è fondamentale saper cogliere le nuove opportunità per rimanere sul mercato.

Iniziative di welfare come assicurazione sanitaria, misure di conciliazione, contributi per l’asilo nido, permessi e congedi part time dopo la maternità, banca del tempo solidale, etc.. fanno la differenza e sono attrattive nella scelta del lavoro.

Alfredo Magnifico