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Damiano Cincilla nasce a Bono, in provincia di Sassari, l’11 settembre 1894, da Francesco Michele e da Giovanna Mulas.

Trascorre la giovinezza nel lavoro duro e salutare dei campi, ma appena quattordicenne, impensierito per le ristrettezze cui i pessimi raccolti avevano obbligato la famiglia, egli va emigrante in Tunisia. (1)

Scoppiata la Prima grande guerra, egli rientra in Patria arruolandosi volontario in fanteria. Di fervido ingegno, di ferma volontà unito ad un altissimo spirito militare, si distingue in moltissime occasioni.

Arruolato nel 151° Reggimento Fanteria della Brigata “Sassari” partecipa a tutte le azioni primeggiando nelle epiche e sanguinose giornate dell’autunno 1916 sul Carso e sugli Appennini. Promosso Caporale nel giugno 1916, al termine il conflitto viene congedato nel il grado di Caporal Maggiore.

Ferito e fatto prigioniero il 23 dicembre 1918, subisce l’inferno dei campi di concentramento austro-ungarici per circa due anni. Verrà congedato al rientro in Patria, nel 1919.

Per la seconda volta volontario di guerra, entra nella Milizia con il grado di Caposquadra. Nel 1924 parte per la Libia, assegnato alla 1ª Coorte della 2ª Legione. In questo teatro, partecipa alle operazioni per la riconquista della Tripolitania con i “Cacciatori Guide della Sardegna”, dal 1923 fino all’ottobre del 1925, quando venne posto in congedo e rimpatriato. Dal 1925 al 1935 il suo paese natio lo vede in linea tra l’organizzazione alle quali dedicava l’ardore della sua giovinezza.

Nella primavera del 1935 è volontario per la terza volta. Assegnato al VI Battaglione Mitraglieri della 114ª Legione, fu mobilitato e il 14 dicembre partì per l’Africa Orientale Italiana (A.O.I.) per prendere parte alla guerra d’Etiopia in forza alla 6ª Divisione CC.NN. “Tevere”. Combatté in Somalia, per passare poi, nel giugno 1936 nella zona dello Scioa, e, con il 201o Battaglione Camice Nere Mutilati, partecipa con l’antico valore, alla battaglia del casello ferroviario di Zalaklaka-Les Addas, tanto da meritare la Croce di Guerra a Valor Militare, (2) con la seguente motivazione:

«Volontario in A.O. partecipava ad una spedizione in soccorso di un presidio e di un treno attaccati ed assediati da ribelli, distinguendosi per calma e sprezzo del pericolo.

In terreno scoperto e battuto alla testa della sua squadra, si lanciava arditamente contro le posizioni nemiche che occupava, inseguendone quindi arditamente i difensori.

Esempio di alte virtù militari. Les Addas, 7 luglio 1936». (3)

Dopo la fine delle ostilità, quando il suo reparto fu rimpatriato, chiese ed ottenne di rimanere in Africa Orientale e veniva destinato al comando di una banda di irregolari con servizio presso il campo di aviazione di Les Addas.

Promosso “Primo Caposquadra” e assegnato, dal gennaio 1937, alla 119ª Legione “Impero”, nel gennaio 1939 ebbe il comando di una banda irregolare operante nella zona della Scioa. Con questa unità partecipava alle operazioni di Polizia Coloniale, liberando la zona dalle bande dei ribelli, e il 22 maggio 1939, alla testa della sua banda, durante un attacco contro i ribelli trincerati e fortificati in una collina, portandosi a colpi di bombe a mano fin sotto il fortilizio nemico, viene colpito mortalmente al petto. Pur nell’imminente olocausto della sua vita per la Patria, rifiutava ogni cura, trovando la forza d’animo per continuare l’azione di fuoco e dare precisi ordini per la vittoriosa prosecuzione dell’azione.

La Medaglia d’Oro al Valor Militare, conferitagli alla memoria, ben compendia la sua eroica vita di combattente: (4)

«Combattente della grande guerra e volontario in A.O., partecipava a numerose azioni di grande polizia coloniale confermando le sue preclare doti di combattente ardito e coraggioso.

Al comando di una banda irregolare di nuova formazione, durante un aspro combattimento prodigava tutte le sue energie per mantenere la posizione occupata.

Ferito gravemente mentre, con pochi uomini, fronteggiava il nemico, sostituendosi al tiratore di una mitragliatrice posto fuori combattimento, impavido al suo posto rifiutava ogni soccorso ed incitava con la parola gli uomini alla lotta fino a quando non si abbatteva al suolo, immolando gloriosamente la vita sul campo. Cirmù, 22 maggio 1939». (5)

 

Vincenzo Gaglione

 

NOTE:

 

  • Erminio Sau, Medaglie d’Oro della provincia di Sassari dal 1793 al 1943, Gallizzi, 1962, Sassari. Testo presente nella Biblioteca del Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare d’Italia in Roma.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’Oro al Valore Militare, Volume primo (1929-1941), Tipografia Regionale, 1965, Roma, p. 374.
  • D. 14 luglio 1937. Registrato alla Corte dei Conti il 19 agosto 1937, Registro n. 32 -Guerra-, foglio 5286.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, cit.
  • D. 21 agosto 1940. Registrato alla Corte dei Conti il 22 dicembre 1940, Registro n. 11 Africa Italiana, foglio n. 225.