C’è una svolta nella vertenza della Centrale del Latte di Roma, dopo l’annunciata uscita di Parmalat e il ritorno al Campidoglio del 75% delle quote di sua proprietà. Ai circa 160 lavoratori preoccupati per la chiusura arriva un segnale positivo.
A volte anche le trasmissioni televisive servono a dare una soluzione ai problemi, giovedi scorso nella trasmissione La Voce di Roma,con la magistrale conduzione di Luca Bedini si è parlato della Centrale del latte e dei problemi che si rinnovano da un trentennio circa e della disponibilità di un imprenditore ad acquisire e del comune di Roma attraverso alcuni consiglieri,Giorgio Trabucco tutti presenti, compreso me, a dare una continuità, salvezza e prospettiva alla centrale del latte e ai dipendenti che vi operano, alla fine nel mio intervento suggerisco di mettere in piedi un tavolo presso il Campidoglio avendo la soluzione a portata di mano.
I giudici con 23 anni di battaglie legali e 32 sentenze finalmente hanno stabilito il ritorno del 75% delle azioni nelle mani del Campidoglio.
Il dott. Lorenzoni del gruppo Ariete Latte Sano in quella trasmissione ha dichiarato che intende partecipare al rilancio dello storico marchio, una joint venture tra Comune di Roma, la Fattoria Latte Sano e l’intera produzione della regione con i loro rappresentanti e i presidenti delle varie cooperative sarebbe la soluzione migliore per far uscire dall’impasse il Comune di Roma che da domani si troverebbe a gestire un’azienda che non ha mai gestito negli ultimi trent’anni”.
La vicenda della Centrale del Latte è arrivata al capolinea dopo una lunga battaglia giudiziaria iniziata alla fine del 2000, quattro anni dopo la privatizzazione lanciata dall’allora sindaco Francesco Rutelli e aggiudicata alla Cirio per la cifra di 80 miliardi di lire, per il 75% delle azioni.
Parmalat, detenuta dal colosso francese Lactalis, è stata condannata, per la quarta volta, a restituire il 75% delle azioni e a versare nelle casse del Campidoglio i dividendi distribuiti nel corso degli anni, per una somma di circa 100 milioni.
“Nei tempi d’oro si lavoravano oltre 130 milioni di litri di latte l’anno, attualmente se ne lavorano circa 50 milioni di litri, i restanti 50 milioni sono a marchio Parmalat o collegate.
Se Parmalat uscisse la Centrale resterebbe con un prodotto lavorato di 50 milioni di litri. E’ giusto il grande allarme dei sindacati, ma il Comune di Roma si deve mettere ampiamente le mani sulla coscienza per i lavoratori della Centrale del Latte perché ha fortissime responsabilità, non da ultimo bisogna ricordare che in questa fase i dipendenti passerebbero da una realtà privata, ad una pubblica pertanto sembra estremamente difficile parlare di esubero quanto eventualmente nella peggiore delle ipotesi di ricollocamento di tutto il personale al quale deve essere garantito un posto di lavoro, come già accaduto subito dopo la privatizzazione.
A volte anche una trasmissione portata avanti con le persone giuste e con argomenti non campati in aria può aiutare a risolvere problemi che si trascinano da anni.
Alfredo Magnifico