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Sarà molto interessante accertare in futuro le rispettive perdite dei contendenti nella battaglia per Severodonetsk: dall’analisi di questo dato si potrà chiarire chi ne ha tratto un vantaggio maggiore (o uno svantaggio più grave). Per ora, l’unico effetto sicuro di questa battaglia è l’accorciamento del fronte ucraino che difende Kramatorsk, e l’accorciamento di un fronte difensivo è sempre a vantaggio del difensore. Questo in quanto si suppone che il difensore sia in inferiorità numerica, e quindi più ristretto è il fronte da difendere meno la sproporzione di forze potrà essere fatta valere dall’attaccante.

Da che mondo è mondo – o in caso di un’analisi militare dai tempi di Maratona (490 a.C.) – quando si aggredisce un saliente per eliminarlo conviene cercare di reciderlo alla base in modo da chiudere in una sacca i difensori, piuttosto che attaccarlo frontalmente per smussarne progressivamente il vertice… Che nello specifico era rappresentato appunto da Severodonetsk.

 

Continuo a leggere i commenti degli entusiasti della “guerra di movimento”, che insistono a parlare dell’”irresistibile e continua avanzata” russa; a leggere i titoli dei giornali, potrebbe anche sembrare così. Ma se solo ci si prende la briga di aprire Google Maps e di cercare i nomi delle località conquistate dai russi nell’ultimo mese, si trovano una serie di villaggi tutti attaccati fra loro e concentrati in una zona di una trentina di chilometri di raggio. Tutto il resto del fronte è fermo. Peggio ancora, la zona interessata non ha alcuna speciale valenza strategica: non apre in nessun modo la strada ad un’avanzata più rapida in direzione di un obiettivo fondamentale. Ma soprattutto, l’area conquistata lo è stata a carissimo prezzo.

Un po’ come se un tale portasse via all’asta una crosta di Orio Giorgio Stirpe pagandola centomila euro pur di sottrarla a uno che gli sta antipatico: lui si terrà anche la crosta, ma i suoi centomila euro non li rivedrà più, perché la crosta ne varrà al massimo dieci…

Già: ma gli entusiasti della “guerra di movimento” a questo punto obiettano che la Russia gode di una superiorità tale che può permettersi questo ed altro, mentre l’Ucraina è a corto di mezzi e di soldati… Se fosse vero, avrebbero ragione, e la Russia starebbe vincendo esattamente come vinse sulla Wehrmacht: sopportando perdite di 3:1 grazie alla sua superiorità di 5:1 che glie lo consentiva.

Peccato che non sia vero: la Russia non ha più dal 1992 un esercito basato su numeri pressocché infiniti sostenuti da una qualità discreta. Oggi ha un esercito qualitativamente più che discreto ma con numeri assolutamente non adeguati alle sue ambizioni, che nella testa del vertice politico sono rimaste sostanzialmente le stesse.

 

Passato attraverso una serie di riforme e controriforme mai completate, dove il pragmatismo di Gerasimov si è scontrato con il conservatorismo di Shoygu, l’esercito russo è oggi parzialmente professionale, ma sempre con una componente elevata di coscritti; ha intrapreso un ambizioso progetto di ammodernamento basato su eccellenti prototipi, ma l’industria (che è funzione di un’economia pari a due terzi di quella italiana, che non è certo in grado di sostenere ambizioni da grande potenza) non è stata in grado di sostenere l’ammodernamento con il ritmo di produzione richiesto; inoltre l’ambizione da superpotenza ha privilegiato l’esportazione, così oltre metà della produzione moderna è stata (s)venduta all’estero per sostenere la diplomazia, e l’esercito è rimasto con gli avanzi mentre il meglio della produzione bellica andava in India.

Il risultato è appunto un esercito poco più che discreto qualitativamente e numericamente forte, ma non quanto sarebbe richiesto dalle ambizioni imperiali della sua leadership. I soldati professionisti morti, feriti o perduti per non aver rinnovato il contratto non possono essere sostituiti in meno di due anni, perché tanto occorre per formare un militare professionista. Il coscritti invece richiedono “solo” sei mesi, ma dall’inizio della guerra ne sono passati appena quattro. Rimangono i volontari e i richiamati… Sono pochi, e sono stati gettati nella mischia a Severodonetsk perché i professionisti ormai hanno mangiato la foglia e rifiutano in massa gli assalti frontali. Per attingere a numeri che si avvicinino a quanto fantasticato da alcuni, occorrerebbe la mobilitazione generale; ma mobilitare significherebbe ammettere che l’”Operazione Militare Speciale” NON sta andando secondo i piani.

Passando ai materiali: non avendo completato l’ammodernamento a causa dei suoi stessi limiti industriali, la Russia non dispone di materiale avanzato per i rimpiazzi; ha solo materiale più o meno obsoleto. Parlando di carri armati come esempio, la massa dei carri in linea sono versioni migliorate del T-72 sovietico: i T-80 e i T-90 più moderni sono pochi, e i famosi modernissimi “Armata” sono ancora solo prototipi. I carri in riserva sono versioni più vecchie dei T-72, oppure modelli ancora precedenti (tenere presente che il numero indica l’anno di progettazione) quali i famosi T-62, disegnati quando io sono nato e i telefoni erano ancora appesi al muro. Ci sono infinite fonti che danno altrettante versioni sul numero di carri in riserva utilizzabili; vi passo la mia: circa duemila. Considerato che ne hanno persi almeno mille, vuol dire che sostituendoli con materiale in riserva (che include già i famosi T-62), il materiale “discreto” si è ridotto di un terzo.

In conclusione: il personale cala di numero e di qualità, a causa dell’aumento dei miliziani e dei coscritti in rapporto ai professionisti non rimpiazzabili; il materiale invece – almeno finché non si esauriscono anche le riserve – cala solo di qualità, mentre l’industria non fornisce più niente a causa delle sanzioni. Se ne deduce che la Russia a dispetto dei suoi numeri elevati NON si può permettere perdite gravi.

 

Passiamo all’Ucraina. Disponeva in partenza di un esercito più piccolo, esclusivamente di leva, con materiali meno numerosi e mediamente meno moderni. Ha mobilitato subito, e con i richiamati di recente addestramento ha potuto compensare le gravi perdite iniziali, così non è calato di numero con i combattimenti. I materiali invece sono calati di molto a causa delle perdite, ma comunque meno di quanto siano calati per i russi, che attaccando subivano perdite superiori; le riserve di materiale ucraine erano nelle stesse condizioni di quelle russe, e ormai saranno sicuramente esaurite. MA: grazie alla mobilitazione, il personale di leva chiamato alle armi ha iniziato l’addestramento quattro mesi fa, e fra due un certo numero di Brigate nuove saranno pronte a combattere; e grazie al supporto dell’Occidente, un flusso continuo di materiale occidentale moderno sta affluendo in Ucraina, tanto per equipaggiare le Brigate nuove che per rifornire quelle vecchie. Dall’andamento di tale flusso dipenderà con quale velocità il materiale occidentale sostituirà quello di origine sovietica.

In conclusione: il personale aumenta di numero, distinto fra veterani e coscritti, ma tutti di leva; le Brigate “vecchie” vengono mantenute a livello, e intanto se ne formano di nuove. I materiali di età sovietica si vanno lentamente esaurendo, ma nel frattempo subentrano i materiali occidentali moderni, così i numeri oscillano ma la qualità migliora progressivamente. Se ne deduce che l’Ucraina nel medio termine può permettersi di assorbire perdite gravi meglio dei propri avversari.

 

Ponendo i due dati a confronto, se la Russia non può permettersi perdite gravi e l’Ucraina invece può permettersele (almeno fino ad un certo punto), una battaglia di attrito con gravi perdite da entrambe le parti che si conclude con un successo tattico russo deve essere valutata alla luce tanto del valore dell’obiettivo conquistato (piuttosto scarso) che del rapporto di perdite subito da entrambi i contendenti… Tenendo conto del fatto che l’orso Vladimiro NON può affatto permettersi di continuare a subire perdite di questo tipo.

Pirro, re dell’Epiro, dopo la sua seconda vittoria consecutiva sui romani ad Ascoli Satriano, commentò che dopo un’altra vittoria di quel tipo avrebbe dovuto tornarsene a casa senza esercito.

 

Come ho scritto all’inizio, la battaglia di Severodonetsk potrà essere valutata solo sulla base di una conoscenza esatta delle perdite subite da entrambe le parti, che io al momento non possiedo. Probabilmente l’orso Vladimiro dispone di dati più sicuri dei miei… Intanto, ha rimosso dal comando il generale Dvornikov, che la battaglia l’ha diretta; se lo ha fatto, avrà avuto i suoi motivi.

Orio Giorgio Stirpe