Sembra un ballo degli anni sessanta un passo avanti e tanti indietro, la linea B della metropolitana di Roma continua ad offrire ai passeggeri un servizio paragonabile a quello messo in campo dai cercatori d’oro del mitico Far West diligenze Ionio-Bologna.
Il ritorno sui binari dei convogli che hanno eseguito le manutenzioni d’obbligo e in assenza dei dovuti collaudi o che per riparazioni rimandate si erano fermati, non ha permesso di riportare la linea a garantire una frequenza regolare dei passaggi.
Oltre alla chiusura anticipata nell’orario serale, i viaggiatori, sono sempre più vessati da un servizio che obbliga a restare in banchina anche 20 minuti in attesa di un convoglio, non solo ma quando i treni arrivano sono talmente strapieni da costringere i passeggeri ad accalcarsi, da creare un disagio tale che, l’aria condizionata sprigionata nei vagoni, può stemperare solo in minima parte.
Ai quotidiani disagi causati dai pochi treni, scarsi per una qualsiasi città del tutto insoddisfacenti per una città come Roma se poi si aggiungono gli imprevisti, come la chiusura Bologna-Jonio, i bus sostitutivi fanno scendere le lacrime a quei poveretti costretti a farsi le scale per prendere i bus sostitutivi.
La chiusura della tratta della B1, il più delle volte è causata dalla diminuzione dei treni in circolazione che, scesi come disponibilità a 12, 13 treni, pochini per garantire il funzionamento dell’intero percorso della linea blu.
Il servizio che, se fino al 2021 poteva contare su 20-22 treni, oggi quando, raramente, va bene sono 17, troppo pochi per mantenere il servizio ad un livello accettabile. Oggi, la seconda metropolitana di Roma, ricorda sempre più spesso la tanto contestata Roma Lido.
A.M.