Ultime notizie

Default Placeholder

Save the Children, traccia un quadro critico sulla situazione lavorativa delle donne madri raccogliendo i dati di una ricerca nella quale emerge che nel 2020 sono state più di 30mila le donne con figli che hanno rassegnato le dimissioni dal lavoro.

Il 42,6% delle mamme tra i 25 e i 54 anni non è occupata e il 39,2% con due o più figli minori è in contratto part-time. Solo poco più di un contratto a tempo indeterminato su 10 attivato è a favore delle donne nel primo semestre 2021. Nel 2020 sono state più di 30mila le donne con figli che hanno rassegnato le dimissioni.

Per il settimo anno consecutivo, Save The Children diffonde il rapporto “Le Equilibriste, La maternità in Italia 2022” con i valori delle regioni italiane dove essere madri è più o meno semplice, con il Nord in cima e il Sud, seppure in basso nella classifica, ma in ripresa nei servizi alla prima infanzia.

La ricerca, diffusa alla vigilia della Festa della Mamma, riguarda circa sei milioni di madri “equilibriste” che si dividono tra vita familiare e lavorativa, spesso senza supporto e con un carico di cura, aggravato dalla pandemia.

La lieve ripresa economica dello scorso anno è stata caratterizzata da “ingiustizie di genere”: delle 267.775 trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato del primo semestre 2021, solo il 38% riguarda donne.

Sul totale delle assunzioni nel primo semestre per le donne (poco più di 1,3 milioni), la maggior parte (38,1%) è a tempo determinato; seguono il lavoro stagionale (17,7%), la somministrazione (15,3%) e, solo per ultimo, l’indeterminato (14,5%).

Degli oltre due milioni di contratti attivati per gli uomini, quasi la metà (il 44,4%) è a tempo determinato, subito seguito dall’indeterminato (il 18%). Il 42,6% delle donne con figli nella fascia d’età 25-54 risulta non occupata, con uno divario rispetto agli uomini di più di 30 punti percentuali.

Il dato cambia a seconda delle aree del Paese, arriva a sfiorare il picco del 62,6% nel Sud, dal 35,8% al Centro e da un 29,8% al Nord.

Il tasso di occupazione dei padri tende a crescere con l’aumentare del numero di figli minorenni presenti nel nucleo, quello delle madri tende a diminuire.

Anche i dati sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri di bambini/e di 0-3 sono indicativi: su 42.377 casi nel 2020, il 77,4% riguarda donne. Le lavoratrici madri rappresentano il 77,2% (30.911) delle  dimissioni volontarie, a fronte delle 9.110 dei padri. Sul totale delle motivazioni indicate nelle convalide, quella più frequentemente segnalata continua ad essere la difficoltà di conciliare la vita professionale con le esigenze della cura dei figli.

Alfredo Magnifico