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Leandro era un artista, Annamaria una pragmatica .

Leandro lavorava al teatro dell ‘opera mentre Annamaria direttrice di negozi di abbigliamento per l’infanzia. La sera prendevano insieme il treno per ostia dove entrambi , abitavano e avevano i genitori. Annamaria amava i sei nipoti, Leandro li sommergeva di regali e di attenzioni .

Ne anticipava i bisogni e li sosteneva. Mi comprò la prima chitarra ed io,  imparai a suonare per lui grazie a lui. Ancora la conservo gelosamente.

Annamaria cucinava divinamente, Leandro la sosteneva e la esaltava. Entrambi vivevano sulle nuvole, hanno dovuto imparare a camminare, a stare coi piedi per terra per pensare al futuro.

Sono stati aiutati ad uscire fuori da sogni impossibili per stare nella realtà della vita. Ma tutti i nipoti ricordano e rimpiangono la loro casa. Loro, che erano simbolo di libertà e di spensieratezza. La notte spesso li vedo, vengono da me a infondermi speranza. Mi dicono di tenere duro, che stanno bene e che la vita è bella e va vissuta intensamente. E che il dopo sarà bellissimo.

Ma io penso sempre a mio zio, alla chitarra che mi ha comprato, alle colazioni da Panella in via Merulana… E sono sommerso di nostalgia. La mia adolescenza è finita con la loro morte, ma nella mia vita loro sono e saranno sempre nel mio cuore.

Li vedo di notte prendere ancora quel treno per Roma, insieme, tenendosi per mano andando via nella notte lasciandoci il loro dolce ricordo.

 

Dott. Giuseppe Deiana