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La storia della resistenza alla dittatura nazista in Germania non è la storia di una grande
organizzazione partigiana di oppositori tedeschi. Hitler aveva generato grande entusiasmo
nella popolazione e il regime poteva sempre contare sull’appoggio di gran parte del popolo.
La storia della resistenza tedesca al nazismo è dunque la storia di singoli. Tedeschi di
ogni classe sociale, di ogni idea politica, di ogni età, di ogni religione, nelle città e nelle
campagne trovarono dei mezzi molto diversi di opporre resistenza a questo sistema totalitario.
Nonostante questa grandissima diversità sociale, economica, politica e religiosa, i
resistenti tedeschi furono pochi. Ricordarli è doveroso, testimonia che fu comunque sempre
possibile fare opposizione nella Germania nazista.
La Rosa Bianca è una delle storie di resistenza più conosciute e ricordate in Germania.
Un gruppo di studenti all’Università di Monaco di Baviera che tra l’estate del 1942 e
febbraio 1943 elaborò e diffuse sei opuscoli 1 che invitavano i tedeschi a opporsi con la
resistenza passiva al regime nazista.
In un sistema totalitario il “volantino” rappresentava l’espressione del libero pensiero,
informazioni genuine, la verità. Scrivere, copiare e far circolare i volantini era un lavoro
molto impegnativo quanto pericoloso.
Il gruppo era costituito all’origine da cinque studenti: Hans Scholl, Alexander
Schmorell, Sophie Scholl, Willi Graf e Christoph Probst, tutti poco più che ventenni.
Venivano tutti da famiglie borghesi e cristiane, sia protestanti sia cattolici, e un
ortodosso (Schmorell). Il loro professor Kurt Huber entrò a far parte del gruppo. Fu lui a
elaborare gli ultimi due opuscoli.
Hans e Alexander erano migliori amici e scrissero i primi volantini insieme nell’estate
1942. Sophie era la sorella di Hans e si unì al gruppo nell’inverno. Amicizia e famiglia sono
temi molto ricorrenti nella storia della resistenza. Bisognava trovare persone di cui ci si
potesse fidare. Nessuno degli studenti si opponeva ai nazisti all’inizio della dittatura.
Per Hans e Alexander fu l’esperienza in guerra a convincerli che la dittatura era
criminale. Alexander nacque in Russia e parlava perfettamente la lingua. Quando partecipò
alla guerra sul fronte est, vide i crimini nazisti e ne fu profondamente sconvolto.
Sophie Scholl, che aveva studiato come infermiera, era rimasta anche disgustata dal
programma di eutanasia forzata basato sull’eugenetica nazista (“Aktion T4”) attuato contro i
tedeschi affetti da disabilità intellettiva e fisica grave. Essi rigettavano la violenza della
Germania nazista e auspicavano una “Europa federale” che aderisse ai principi cristiani di
tolleranza e giustizia. Molti resistenti cambiarono idea sui nazisti dopo qualche esperienza
personale. Ciascuno dei giovani che costituivano il primo nucleo del gruppo (Hans, Alex,
Willi, Christoph e le studentesse Sophie e Traute) poi allargò l’iniziativa tramite i propri
amici e così da Monaco la Rosa Bianca giunge a Stoccarda, Ulm, Amburgo, Friburgo e altre
città ancora. Della cerchia fanno parte anche personaggi autorevoli, quali il professor Kurt
Huber, il pubblicista Carl Muth, il libraio Josef Söhngen, il pittore Wilhelm Geyer e
l’architetto Manfred Eickemeyer.

I primi quattro “volantini” furono spediti anonimamente per posta a circa cento persone.
Il gruppo fece invece migliaia di copie degli ultimi due volantini e li nascose in vari
luoghi pubblici a Monaco di Baviera.
Molto spesso le attività dei resistenti iniziarono con piccole azioni di disobbedienza che
diventarono a poco a poco sempre più importanti e coraggiose.
Il 18 febbraio 1943, Sophie, Hans e Christoph decisero di distribuire il sesto volantino
nell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco. Mentre li nascondevano, Sophie lanciò
centinaia di copie dalla cima alle scale dell’atrio. Fu vista dal bidello che chiamò subito la
polizia. Furono immediatamente tratti in arresto. Nella mattinata del 22 febbraio, si tiene a
Monaco il processo contro Hans e Sophie Scholl e Christoph Probst. L’accusa è di
“antipatriottico favoreggiamento del nemico e di preparazione di alto tradimento”. Tre ore più
tardi sono condannati a morte. L’esecuzione, mediante ghigliottina, viene eseguita nel giro di
pochi giorni. La “giustizia” nazista non si ferma qui. 4 Il 19 aprile ha luogo un secondo
processo con quattordici imputati, la condanna a morte arriva per Alex Schmorell, Willi Graf
e il professor Kurt Huber. Altri dieci sono mandati in carcere. Ancora quattro processi
collegati alla Rosa Bianca sono celebrati il 13 luglio 1943, il 3 aprile e il 13 ottobre 1944 e
infine il 17 aprile 1945, quando ormai la disfatta nazista è segnata. Perde la vita tramite
esecuzione Hans Leipert e viene condannato a morte nell’ultimo processo anche Heinz
Kucharski che, però, riesce a fuggire dal carcere durante un attacco aereo su Amburgo. In
totale gli imputati dei processi contro la Rosa Bianca sono 48. 5 Sette di loro perdono la vita
per aver combattuto per la libertà del popolo tedesco.
Anche se la Resistenza tedesca non raggiunse mai la portata numerica di quella italiana
o di altre nazioni europee, la sua lotta non fu meno importante, perché fu combattuta proprio
all’interno della “culla” del nazismo, lì dove era più difficile sorgere e resistere. Le gesta della
“Rosa Bianca” sopravvivono ancora in molti libri, film, mostre e documentari. Alle porte
dell’Università di Monaco una targa recante immagini dei protagonisti e stralci di quei famosi
volantini ricordano ancora oggi la battaglia della Weiße Rose.
Nel giugno 1942 compare a Monaco di Baviera il primo volantino della Rosa Bianca:
«Il giorno della resa dei conti è venuto, la resa dei conti della gioventù tedesca con la
più abominevole tirannia che il nostro popolo abbia mai sopportato. In nome della gioventù
tedesca esigiamo dallo stato di Adolf Hitler la restituzione della libertà personale, il bene più
prezioso dei tedeschi, che egli ci ha tolto nel modo più spregevole».  Dal primo volantino,
nell’estate 1942.
Molti gruppi di resistenti erano piccoli e avevano pochi mezzi di comunicazione. La
Rosa Bianca sperava che tramite i volantini sempre più tedeschi trovassero il coraggio di fare
qualcosa. I destinatari furono pregati di ricopiare e diffondere i volantini, così sarebbero
arrivati ancora a più persone.
«[…] all’occupazione della Polonia sono stati trucidati in quel paese nel modo più̀
bestiale trecentomila ebrei». Dal secondo volantino, nell’estate 1942
La Rosa Bianca documentò lo sterminio degli ebrei e diffuse informazioni sui crimini
nazisti. Dopo la guerra però la maggior parte del popolo tedesco disse di non saperne nulla.
«Ogni parola che esce dalla bocca di Hitler è una menzogna. Quando egli parla di
pace pensa alla guerra, quando egli in modo blasfemo pronuncia il nome dell’Onnipotente, si
riferisce invece alla potenza del Male, agli angeli caduti, a Satana. La sua bocca è come
l’ingresso fetido dell’inferno ed il suo potere è corrotto nel più profondo. È ben vero che si
deve portare avanti con metodi razionali la lotta contro lo stato terroristico; ma chi oggi dubita ancora sulla reale esistenza di forze demoniache, non ha assolutamente capito lo
sfondo metafisico di questa guerra. Dietro al concreto, che è afferrabile con i sensi, dietro
ogni riflessione obbiettiva e logica, sta l’irrazionale, è cioè la lotta contro il demonio, contro
il messaggero dell’Anticristo. Ovunque ed in ogni tempo, i demoni sono stati in agguato nelle
tenebre in attesa dell’ora in cui l’uomo diviene debole, in cui esso abbandona
volontariamente la sua posizione fondata sulla libertà donatagli da Dio e cede alle pressioni
del Male, si distacca dall’ordine divino: Così, dopo aver fatto liberamente il primo passo,
viene spinto al secondo, al terzo, ed ancora innanzi con sempre più turbinosa velocità. Allora,
dovunque e nell’ora estrema del bisogno, sono sorti uomini, profeti, santi, che avevano
conservato la loro libertà, che hanno richiamato il popolo al Dio unico, e con il suo aiuto lo
hanno incitato a tornare indietro. L’uomo è bensì libero, ma senza il vero Dio è indifeso
contro il male, come un neonato senza madre, come una nube che si dissolve». 7 Dal quarto
volantino.
«La guerra volge sicuramente verso la fine […] Hitler non può̀ vincere la guerra, può̀
soltanto prolungarla! » Dal quinto volantino, gennaio 1943.
La propaganda nazista diceva sempre che i tedeschi avrebbero vinto la guerra ma dopo
la sconfitta dell’esercito tedesco a Stalingrado nell’inverno 1942-1943 la guerra era persa.
L’entusiasmo del popolo non calava mai e la guerra continuò per altri due anni. Gli ultimi
anni della guerra furono anche i più rovinosi.
«Strappate il mantello dell’indifferenza che avvolge il vostro cuore! Decidetevi prima
che sia troppo tardi».  Dal quinto volantino, gennaio 1943.
I perseguitati in Germania erano spesso piccolissime minoranze come gli ebrei e gruppi
già molto emarginati come gli omosessuali e i rom. Molti tedeschi quindi non erano toccati
dalla persecuzione. Gli studenti della Weiße Rose sconvolti dall’indifferenza del popolo
arrivarono a sostenere che tutti i tedeschi fossero complici.

Dott. Vincenzo Gaglione