Va bene, mi arrendo. Avevo deciso di ignorare la cosa per la sua scarsa rilevanza militare, ma il rumore mediatico ormai è tale da avergliene conferito uno…
I “leaks” informativi dagli USA: continuo a ricevere domande in merito e richieste di affrontare l’argomento anche se avrei veramente preferito evitare, e vi spiego il perché.
Io non tengo questa bacheca per guadagnarci qualcosa, e nemmeno per gusto di visibilità: lo faccio per offrire un contributo di comprensione ad un evento storico che trovo essere trattato maldestramente dai media del mio Paese. Quindi ne consegue che scrivo solo su ciò di cui ritengo di avere qualcosa da dire, e se non ho niente da dire non scrivo niente: l’eventuale notorietà cerco semmai di raggiungerla con i miei romanzi, non con gli articoli sulla guerra.
Sui “leaks” in particolare, non ho dati o riscontri informativi rilevanti: non so chi li ha messi in rete, e non ho modo di sapere in che misura siano corretti; ho un’opinione in merito, ma non è suffragata e quindi la tengo per me. Inoltre non li trovo particolarmente rilevanti per gli sviluppi del conflitto, quindi non mi ci rompo la testa.
Però come dicevo, ormai il volume del traffico sui leaks stessi ha superato l’importanza degli stessi ed ha assunto una rilevanza tutta sua, e quindi mi rassegno a dire la mia in merito.
Andiamo per ordine. Innanzitutto: di cosa stiamo parlando?
Non si tratta del solito hackeraggio, o furto informatico: si tratta di un furto “vecchio stile”. Qualcuno cioè ha fisicamente sottratto documenti cartacei e li ha fotografati (male) prima di mettere in rete le foto e di caricarle su un sito come “Minecraft”, che niente ha a che vedere con il giornalismo o con l’attivismo politico o informativo. E’ perfino probabile che un ragazzino abbia visto le carte incautamente portate a casa da papà e le abbia fotografate per farle vedere ai compagni di giochi per poi dimenticarsene, e che qualcuno abbia poi notato i suoi post diversi giorni dopo per diffonderli il rete. Insomma: non è un atto di spionaggio.
Le carte in sé NON sono documenti intelligence, sebbene tutti le definiscano così: sono chiaramente marcate “J3/4/5”, il che le identifica come contenenti informazioni relative alla situazione del momento: operativa, logistica e di pianificazione, ma non alla previsione di attività future; insomma, è la fotografia di un mese e mezzo fa, non un film di ciò che ci si attende accadrà domani. In particolare, sembra il prodotto di un briefing giornaliero generico sulla guerra, predisposto per i primi di marzo, e non si capisce a favore di quale personale o a quale livello fosse.
La classifica di segretezza appare essere “Top Secret”, che è una classifica americana e non NATO, ma che ha una valenza temporale specifica: in sostanza perde valore con il tempo. Le informazioni situazionali (cioè non relative a previsioni ma a descrizioni del momento) perdono valore molto rapidamente, non solo perché le situazioni si modificano velocemente, ma soprattutto perché cambia la comprensione delle situazioni stesse. Insomma: un briefing non descrive esattamente la situazione come è, ma piuttosto espone ciò che il Comando interessato conosce della situazione stessa in quel determinato momento (e che potrebbe essere più o meno superficiale, incompleto o addirittura errato).
Al contrario, un documento intelligence – che sarebbe marcato “J2” – espone ciò che il Comando in questione si aspetta che le forze nemiche faranno in futuro e i risultati che ci si aspetta le forze proprie ottengano sul campo nel corso delle operazioni in divenire: in pratica il “film” dei giorni successivi, e quello mantiene un valore informativo nel tempo per l’avversario che riuscisse ad impadronirsene.
Il valore informativo per i russi delle carte in argomento consiste nel mostrare loro il livello di dettaglio con cui gli americani vedono la situazione sul campo, o almeno quello con cui lo mostrano nei briefing a quel particolare livello (che ignoriamo quale sia perché non sappiamo a chi fosse rivolto tale briefing: allo staff di un particolare Comando, a parlamentari in visita, a un Comandante o a giornalisti accreditati). Questo livello è interessante, in quanto appare essere particolarmente approfondito per quanto attiene le forze russe, mentre è curiosamente vago circa le forze ucraine nel loro complesso e dettagliatissimo circa nove Brigate particolari che però non appaiono essere quelle note di élite, ma Unità “nuove” in addestramento con materiali occidentali in afflusso nel corso dei mesi di marzo e aprile (non oltre).
Insomma: tracciando la situazione sul campo ai primi di marzo con dettaglio elevato per le forze russe e limitato per quelle ucraine, queste carte hanno uno scarso valore intelligence per entrambe le parti. La rilevanza maggiore è data dal fatto stesso che il “leak” si sia verificato, il che mostra lacune significative nella sicurezza da parte americana (che sorpresa!), e nel grado di conoscenza che gli americani dimostrano di avere circa la posizione dei russi sul terreno.
Al di là del maldestro tentativo di falsificare i dati relativi alle perdite russe riducendole in maniera ridicola, non sembra che i Servizi i Mosca siano responsabili in larga misura della cosa; non è nemmeno probabile siano stati gli americani, perché se volevano diffondere disinformazione non l’avrebbero sepolta in un file Minecraft; quindi probabilmente si tratta di un maldestro incidente, con scarse conseguenze intelligence al di là della classifica di segretezza coinvolta.
Quello che rimane di interessante, oltre al livello di dettaglio con cui gli americani (e quindi gli ucraini) conoscono stato e dislocazione delle forze russe, è lo stato specifico di quelle nove Brigate ucraine in formazione con materiali occidentali che – allo stato dei primi di marzo – appare effettivamente piuttosto deludente: circa trenta carri armati, un centinaio di mezzi da combattimento per fanteria e una trentina di pezzi di artiglieria ciascuna, con un livello di addestramento specifico piuttosto basso. Però naturalmente si tratta della situazione ai primi di marzo di Brigate in formazione, di previsto impiego non prima di giugno, con l’addestramento in atto e con materiali ancora in afflusso.
Circa il livello delle perdite indicate sui documenti, una volta eliminate le evidenti contraffazioni evidenziate da Bellingcat, queste appaiono curiosamente simili a quelle indicate da Oryx per quanto attiene le forze russe, e a quelle enunciate ufficialmente da Kyiv per quanto attiene le forze ucraine, e quindi piuttosto deludente in quanto a valore informativo. Insomma, da un documento ufficiale interno USA, ci si aspetterebbe un livello di dettaglio superiore; questo infatti mi porta a pensare che la famosa “audience” per cui i documenti erano stati originariamente redatti non fosse particolarmente qualificata a dispetto del “Top Secret” che contrassegna i documenti stessi.
La sovraclassificazione di segretezza dei documenti è un vecchio problema del mondo intelligence, che spesso limita e addirittura confonde l’attività del personale addetto, e va presa seriamente in considerazione in casi come questo. E’ normalmente difficile da stabilire, e per prudenza si considera preferibile sbagliare con una classifica eccessiva piuttosto del contrario, ma nel caso specifico mi pare abbastanza evidente come il valore informativo effettivo di queste carte sia stato abbondantemente sovrastimato… E per questa ragione non gli stavo dedicando molta attenzione.
Il valore complessivo però è andato crescendo proprio a causa del rumore mediatico della vicenda in sé, che discende in parte dalla mancanza di notizie da un fronte che appare momentaneamente statico… E in parte dal caso.
La casualità è appunto ciò che mi appare più interessante. Come abbiamo detto i documenti in sé non sono particolarmente rilevanti, e la loro comparsa in rete non appare frutto di una specifica azione intelligence né russa né americana, quanto piuttosto di una tipica sbadataggine yankee che andrà sicuramente perseguita in via amministrativa.
In conclusione quindi si deve rilevare una volta di più come la trattazione della documentazione classificata sia problematica in Occidente, e come questo sia fonte di episodi imbarazzanti. Si deve rilevare anche come la scarsa preparazione professionale degli operatori dell’informazione porti troppo spesso ad enfatizzare in maniera esagerata fattori poco significativi, distraendo l’opinione pubblica, e soprattutto dimostrando come alla fine nessuno – russi o americani, SPECTRE o rettiliani – abbia veramente il controllo dell’informazione stessa, che rimane esposta ad eventi casuali come questo.