La Legge di bilancio divide i sindacati, come avrebbe detto mio Nonno “Gli Asini litigano e i Barili si sfasciano”.
Continua la pantomima, tra Cgil, Cisl e Uil al tavolo di governo dove compare anche UGL, che si attacca alla Cisl, c’è il rischio di mosse controproducenti, per lavoratori e pensionati che in questo caso sono i barili.
La Prima ministro, dopo tanto denigrare Draghi e il suo governo dall’opposizione, si è convertita sulla via di Bruxelles, replicando tutto quanto contestava dall’opposizione.
Il commento più pittoresco è quello di Pierpaolo Bombardieri: “La Premier apre tavoli, ma coi tavoli non si mangia. Nessuna risposta su salari e pensioni”. La litania è sempre la stessa, le famiglie stentano ad arrivare alla fine del mese. “Abbiamo ribadito le nostre critiche ed il nostro giudizio negativo sulla manovra dice il leader della Uil,critica e giudizio negativo che ci stanno portando in questi giorni in piazza”, a partire dal fatto che “non c’è risposta all’emergenza dei salari e delle pensioni”.
A mio parere il taglio del cuneo fiscale, la riduzione dell’aliquota sulle retribuzioni legate alla produttività e il bonus di 3mila euro, non sono moneta del Monopoli ma una certa apertura da parte del governo.
Forse ai tre non è ancora chiaro che questo è un Governo politico, nei fatti centrodestrista, per nulla incline a forme di sussidiarietà e di attenzione ai corpi intermedi, la strada è stretta, i soldi sono pochi, i ritardi organizzativi si accumulano: mi sembra logico che l’ultimo dei problemi del Governo di destra-centro sia di trovare una composizione con i sindacati, che ad oggi non hanno portato al tavolo proposte, e al netto di alcune richieste generali, le proposte sono abbastanza meccanicamente ripetitive.
I fondi destinati ad accontentare le istanze delle “parti sociali” sono residuali. Pochi milioni su una manovra da 32 miliardi.
Maurizio Landini dopo essersi opposto al salario minimo si lamenta che l’erogazione dei 3000 euro di salario aggiuntivo detassato è facoltativa,o meglio frutto di contrattazione aziendale, per le aziende.
Certamente avrà sbagliato posto e luogo,non si è mai visto un Governo che obbliga per legge le aziende a erogare un bonus di 3mila euro ai propri dipendenti.
Una volta il salario aggiuntivo lo trattavamo azienda per azienda, quando noi sindacalisti facevamo quel mestiere e con i lavoratori parlavamo, le loro istanze le rappresentavamo alle aziende.
Non dovrebbe essere difficile per un sindacato con tutti gli attributi negoziare con i datori di lavoro un aumento salariale, detassato, che a loro costa meno del solito.
La mozione votata dalla maggioranza alla Camera, supportata dai tre, invitava il Governo a non istituire il salario minimo legale, ma (sogni…) a promuovere la contrattazione collettiva anche nei settori che ne sono scoperti, e lo impegna a mettere in atto una serie di misure di competenza volte al contrasto dei cosiddetti contratti pirata in favore dell’applicazione più ampia dei contratti collettivi, con particolare riguardo alla contrattazione di secondo livello ed ai cosiddetti contratti di prossimità.
Non si parla di legge sulla rappresentanza, né di estensione erga omnes dei contratti collettivi di categoria: i temi che, insieme al salario minimo, hanno dominato nel dibattito della passata legislatura, con opposizione sempre da parte dei tre.
Del resto quella del rafforzamento della contrattazione di prossimità rappresenta un orientamento del Governo nel campo delle relazioni industriali.
Cgil e Uil si stanno mobilitando, hanno indetto lo sciopero generale, perché la Meloni non vuole cambiare la manovra giudicata sbagliata e iniqua, a partire come al solito dal fronte pensioni.
La Cisl con la UGL dopo aver espresso un giudizio di massima, dice di puntare al dialogo e a migliorare la Legge di bilancio e si è estraniata dalla lotta.
Il sindacato ormai è diventato un organismo geneticamente refrattario a ogni cambiamento allergico al germe del mutamento e della riforma.
E’ arrivato il momento di porre una domanda; ha senso ancora l’arroccamento su rendite di posizioni dei sindacati ( autoreferenzialità, maggiormente rappresentativi)?
Si rischia di generare, sui lavoratori che ormai rappresentano sempre di meno in termini di iscritti, relazioni, peso politico specifico una sorta di eredità primo genitoriale che non esiste più, anche in ragione di una semplice equazione: se da decenni gli scioperi generali non fanno più cadere nessuno (esclusi coloro che inciampano per età o imperizia scendendo dai pullman che li hanno portati in piazza), dove porta questa decisione? Cosa ci si attende? La piazza ribalterà il Governo? Personalmente non lo credo.
Se si considera che, almeno la metà (lo dice la statistica) di quelli che forse dovrebbero scendere in piazza ha votato per questa maggioranza e quindi pretende oggi cose che ieri ha bocciato.
Si vuole convincere la Meloni a reintrodurre la prassi della concertazione? Auguri ….
Le manifestazioni si faranno a livello regionale, una scelta tattica, che non risolverà nessuno dei problemi (di contenuto, rapporto e ruolo), l’idea di portare lo scontro sul livello più basso possibile, nei singoli territori, nelle aziende locali e nelle categorie, fa pensare ad un sindacato allo sbando.
considerando le percentuali degli ultimi scioperi, generali, locali o particolari il rischio non è tanto il loro (atteso e preannunciabile) fallimento, ma la certificazione della marginalità di associazioni cui pure aderiscono alcuni milioni di cittadini che meriterebbero forse una rappresentanza.
I partiti sono cambiati tutti, non esiste più un solo partito presente nella prima repubblica, mentre i sindacati ancora resistono nella composizione del secolo scorso.
Le categorie mentali della prima Repubblica non sono solo obsolete, ma rischiano di essere dannose e fallimentari.
Pensano principalmente alle pensioni, infatti tra gli iscritti spopola più la generazione nata negli anni Sessanta, che non i nati negli anni 90-2000 appartenenti alla generazione Z.
Il futuro sono proprio loro,quelli dei lavori flessibili,i precari,i lavori interinali i riders etc.., mi sembra, vivendoci in mezzo, che per ora lo sguardo con cui essi osservano il sindacato italiano sia drammaticamente simile a quello con cui squadrano sui libri di storia le mosse di Annibale che attraversa le alpi a dorso di elefante.
Poi c’è lo scoglio del Reddito di cittadinanza: diventerà l’occasione di un’alleanza tra la Cgil e il M5s? chi vivrà vedrà
Alfredo Magnifico